Il palazzo sorge sull’area occupata in precedenza dall’Ospedale di Sant’Antonio Abate, un complesso di edifici destinati a “ospitale” costruiti nei pressi della torre campanaria della cattedrale in piazza Duomo, tra il 1350 e il 1364.

Durante il XVII secolo l’ospedale di Sant’Antonio abate fu soppresso e venne ricostruito successivamente per ospitare la sede del Casino Nuovo: affacciato sulla piazza del Duomo dal lato opposto rispetto al vescovado, quello attuale è un sobrio palazzo del 1808, costruito da Giacomo Fontana commissionato dalla Società del Casino Nuovo, che nel 1805 aveva acquistato i fatiscenti edifici dell’ospedale, per farne una sede di svago dei soci appartenenti all’alta borghesia. Questa associazione si differenziava dal Casino dei Nobili, presente in città da lungo tempo, a cui avevano accesso solo gli appartenenti alla nobiltà.

In seguito divenne di proprietà della diocesi di Vicenza e gli fu dato il nome di Palazzo delle Opere sociali cattoliche.

Il palazzo occupa l’intero isolato e ingloba parzialmente anche la torre campanaria della Cattedrale di Santa Maria Annunciata. Il Salone d’Onore e altri ambienti del palazzo sono in stile neopalladiano, ispirati all’interno della chiesa di Santa Maria Nova.